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Il Palazzo della Cultura Cecena (residenza del Presidente Ramzan Kadyrov)

L’esperienza Cecena è senza dubbio la più formativa della mia carriera.

Quando Jumbo Collection, decide di inviarmi in terra caucasica per seguire l’iter progettuale dei due grossi progetti di contract, non immagino proprio l’entità del lavoro che mi attende.

La Cappelletti Srl, dell’imprenditore canturino Tino Cappelletti, ha infatti appena siglato con la Repubblica Cecena, un contratto milionario per terminare due costruzioni importanti: il Palazzo della Cultura della Repubblica e una Villa privata appannaggio della famiglia del presidente Ramzan Kadirov. Cappelletti, sigla con Jumbo Collection una cointeressenza per l’esecuzione dei lavori e io sono nominato architetto responsabile di cantiere e spedito in Caucaso…

In queste immagini presento il Palazzo della Cultura della Repubblica Cecena di Grozny: una costruzione progettata e costruita -fino al grezzo- dall’architetto sloveno Stefan Scek con Omnia-Arhing.

Scek concepisce una corte sovrastata da una cupola di vetro e metallo con al piano terreno spazi comuni e di rappresentanza istituzionale: sale per conferenze stampa, banchetti e persino un vero e proprio teatro.

Il primo piano invece è uno spazio “operativo” per gli addetti ai lavori dell’apparato, con uffici e camere di servizio.

La magnificenza si raggiunge però all’ultimo piano dove il palazzo è praticamente diviso in due: da una parte, la residenza privata del Capo della Repubblica, appartamento e ufficio e dall’altra due maxi appartamenti privati dotati di ogni comfort, separati da un mega studio riservato, 365 giorni l’anno, per il capo supremo della Federazione Russa Mr. Putin.

Il contratto siglato da Cappelletti-Jumbo Collection consiste nel portare a termine la costruzione, dal grezzo fino a renderla abitabile, tutti i comfort compresi.

E’ davvero un’impresa colossale per diversi fattori, non ultimo la situazione ambientale di una regione che, alla data d’inizio dei lavori, è uscita da meno di un anno da una tragica guerra contro la Russia.

Il nostro referente, con cui discutere ogni scelta estetico-stilistica, è direttamente Ramzan Kadyrov, il Capo della Repubblica Cecena in carica, a cui sottoponiamo, per l’approvazione, gli schizzi di progetto dell’architetto milanese Maurizio Maggi.

La realizzazione coinvolge un numero impressionante di maestranze tutte contemporaneamente al lavoro e provenienti da mezza Europa (Slovenia, Serbia, Croazia per quanto riguarda lavori edili e impianti), Italia (per pavimentazioni, finiture, mobili e luci), Olanda (per parchi e giardini). Turchi sono invece gli artisti che si occupano delle decorazioni a gesso di muri e soffitti realizzati, sotto la mia supervisione e grazie alla preziosa collaborazione dell’interior designer Buket Ergene.

Anche in questo caso, come nel lavoro per l’hotel di Blevio, il mio compito è “interpretare” i disegni, questa volta dello Studio Maggi e consentire ai lavori in cantiere di proseguire senza intoppi.

Non avrei potuto farcela da solo senza alcuni preziosissimi aiuti, primo fra tutti quello dell’interior design italo russo Igor Pozdnyakov.

Pozdnyakov, al lavoro nel progetto sin dal principio come aiuto progettista presso lo Studio Maggi, è stato fortemente voluto da me sul campo, per le sue molteplici qualità, dalla conoscenza del progetto a quella, non meno importante, di grande mediatore e bravo interprete nei miei dialoghi con i vari referenti di lingua russa. Con gli anni l’amicizia con Igor si è consolidata e anche oggi, dopo oltre 10 anni dalla prima esperienza insieme, non ci mancano le occasioni di collaborare e scambiarci utili consigli.

Molte sono le persone che, a vario titolo, hanno permesso la realizzazione dell’immenso lavoro di cantiere. Tra le tante, mi piace ricordare il piccolo grande Gaetano “Nino” Manzo, formidabile marmista, capace non solo di posare a regola d’arte pavimenti, rivestimenti, mosaici ecc. ma anche di porre rimedio ad alcune clamorose rotture che, dopo il suo intervento, tornavano magicamente integre.

Perseveranza, costanza, presenza in cantiere, capacità di gestione e di soluzione di problemi, sono tutte doti che mi hanno consentito di “sopravvivere” ad un lavoro che davvero mi ha insegnato molto.